MILANO. A seguito del manifesto intento del Ministero della Difesa di togliere da Milano lo storico Reggimento d’Artiglieria a Cavallo “Voloire” per trasferirlo in Piemonte, da sempre di stanza a Milano, molti cittadini si sono attivati affinché Milano non perda questo importante presidio.
Non è solo una questione storica o il folklore del far partire la Stramilano con rombo del cannone, ma c’è qualcosa ancora più importante come il fatto che “Le Voloire” è l’ultimo reggimento operativo presente in tutta la metropoli milanese e della Provincia e la Caserma Santa Barbara è la base dove sono di stanza tutti i militari che sono impegnati, notte e giorno, nella sicurezza della metropoli.
Infatti, i presidi fissi coperti dall’Esercito, dal Duomo alla Sinagoga, dai consolati ad altri siti sensibili,
permettono di utilizzare un ingente contingente di agenti della Polizia di Stato e militari dei Carabinieri, per le attività di controllo del territorio e di repressione del crimine.
Non si parla di dieci uomini, ma di centinaia di soldati che sono impiegati per ogni turno nella metropoli per la sicurezza della stessa. Questi soldati da dove arriverebbero? Andrebbero avanti e indietro quattro volte al giorno da Vercelli? Da Varese? O forse verrebbero tolti e basta? Alcuni giornali e varie reti televisive locali e nazionali hanno riferito un fatto che colpisce l’identità dei milanesi e la loro storia.
Il reparto militare, che si identifica da 126 anni con la città Milano, il Reggimento artiglieria a Cavallo, chiamato Voloire (si legge com’è scritto) che, in dialetto piemontese significa “volanti”, dovrebbe trasferirsi il prossimo anno a Vercelli. Dopo tre gloriosi reparti, il 5° reggimento alpini, il 3° reggimento Savoia Cavalleria ed il 3° reggimento bersaglieri (il più decorato d’Italia), trasferiti negli ultimi decenni da Milano, adesso toccherebbe all’ultimo reggimento operativo di Milano, sito in Piazza Perrucchetti. Questa notizia i milanesi non la stanno “digerendo” proprio e sono iniziate le prime manifestazioni di dissenso.
In pochi giorni, 100 intellettuali e professionisti di Milano (compresa me) si sono organizzati in un Comitato Civico per inoltrare al Sindaco di Milano,Giuliano Pisapia, la petizione Le Voloire a Milano: salvate il soldato Ryan, per scongiurare il trasferimento. Le sottoscrizioni, numerosissime, stanno giungendo da tutta Italia. Portavoce del Comitato è il Generale di Divisione della riserva Camillo de Milato, ex Comandante delle Voloire, impegnato da anni nell’ambito della volontariato: è stato Governatore del Forum delle Associazioni e adesso è Presidente della Fondazione Asilo Mariuccia, pertanto mi sono recata da lui per saperne di più.
Generale, quali sono le argomentazioni che porterete al Sindaco per convincerlo a sostenervi? «Il Sindaco di Milano è un milanese. Ha visto da bambino i kepì (speciale copricapo degli artiglieri a cavallo), come li hanno visti da bambini i suoi genitori, nonni e bisnonni. Chiederò se da lassù i suoi avi vorrebbero le Voloire lontano da Milano. Tanti milanesi delle Voloire non sono tornati dalle terre d’Africa e dalla Russia, durante la seconda guerra mondiale. La storia non è solo passato, ma anche identità. Il Sindaco Pisapia è il primo cittadino di Milano e deve considerare anche i legami dei cittadini con le tradizioni della città. E’ come vedere trasferita la Scala di Milano. Non dimentichiamo che Le Voloire sono “cittadino onorario” di Milano».
Quindi l’argomento principale è solo di mantenere le tradizioni? «Assolutamente no. Vi è l’aspetto sicurezza. Il reggimento gestisce “Strade Sicure”. Questa è un’operazione che presidia punti fissi e sensibili come il Duomo ed i consolati, liberando le Forze di Polizia per le loro indagini sul territorio e garantire maggiore sicurezza. Se poi pensiamo all’EXPO 2015, con le esigenze di sicurezza raddoppiate o triplicate, chi fornirà aiuto alle Forze di polizia? Questo mi sembra un argomento veramente importante. Inoltre i militari, che sono tutti professionisti e volontari, dovunque abitano, devono comportarsi da cittadini modello e questo garantisce una “sicurezza passiva” nei vari condomìni. Vi è poi l’aspetto economico. I militari spendono il loro stipendio in città e l’indotto della caserma fa vivere la città».
Ho letto che in caserma si pratica l’ippoterapia. Cos’è?: «Questo è l’aspetto sociale. Nel 1980, grazie alla professionalità della dottoressa Citterio ed al cuore di Emanuela Setti Carraro, uccisa dalla mafia assieme al marito, Generale Alberto Della Chiesa, fu inaugurata una “cavallerizza” dove la Citterio, con dei volontari e la croce rossa praticano da allora l’ippoterapia per aumentare le capacità psicomotorie dei diversamente abili. E questo viene effettuato con i cavalli del reggimento. Il reggimento è stato decorato di medaglia d’oro al merito della Sanità Pubblica. La terapia a cavallo è infatti molto utile, sia per chi è soggetto alla disabilità fisica, che psichica, e il centro di Milano è un eccellenza socio sanitaria che, con la chiusura della Caserma, si andrebbe a perdere».
Allora gli argomenti sono tanti? «Non ho finito. Vi è anche l’aspetto sportivo. In caserma vi è un campo ippico attrezzato per gare nazionali di equitazione. Il reggimento, grazie alle scuderie, può ospitare e garantire un formidabile aiuto logistico in questa disciplina che a Milano è in piena crisi, proprio per i costi elevati. Infine, in caserma vi è anche una piscina attrezzata, che può essere utilizzata, volendo, dalle scuole del quartiere».
Vista l’importanza storica e sociale di questa Caserma, perché la Difesa vuole trasferire il reggimento? «Immagino per la spending review, per tagliare i costi di esercizio. Ma sono convinto che, in questo caso, i costi aumenterebbero. Il reggimento di artiglieria di stanza adesso a Vercelli verrebbe soppresso, ed al suo posto andrebbero le Voloire. Ma allora, se non si ha intenzione di vendere la Perrucchetti, sarebbe meglio lasciare il reggimento dov’è e si potrebbe risparmiare sulla chiusura della caserma di Vercelli. Poi, ad ogni militare che viene trasferito d’autorità, bisognerebbe pagare l’indennità di trasferimento. Insostenibile. Lasciamo che le cose rimangano così come sono. Salviamo il soldato Ryan».
Recentemente, è stata inviata al Sindaco di Milano, al Presidente della Provincia di Milano e al Governatore della Lombardia una petizione in risposta al Ministero della Difesa che ha programmato, in applicazione delle disposizioni normative contenute nella legge comunemente nota come “spending review”, il trasferimento di sede del Reggimento Artiglieria a Cavallo da Milano a Vercelli:
«In ordine a tale trasferimento si rappresenta quanto segue: 1. Il reggimento artiglieria a cavallo è l’unico reggimento operativo che rimane a Milano ed è utilizzato per l’operazione “strade sicure”. 2. Il reggimento artiglieria a cavallo è a Milano da 126 anni e ne fa parte della sua storia: fino al 1931 era situato presso l’attuale tribunale di Corso di Porta Vittoria, da allora presso l’attuale Caserma Santa Barbara di piazza Perrucchetti. 3. La seconda città d’Italia non può non avere un reggimento all’interno della propria area municipale. 4. Il reggimento artiglieria a cavallo fa parte della storia della Città, con migliaia di milanesi che vi hanno prestato servizio e con decine di migliaia di italiani che hanno conosciuto Milano. 5. “Salviamo il soldato Ryan”: Milano ha già perso (trasferiti) il 5° Reggimento Alpini, il 3° Reggimento Savoia Cavalleria, il 3° Reggimento Bersaglieri (il Reggimento più decorato). Non perdiamo l’ultimo. 6. Le esigenze della spending review ministeriale (e del piano generale del territorio cittadino) possono essere realizzate dalla vendita dei 34 ettari di piazza d’armi, alle spalle della caserma. Inoltre i 18 ettari del comprensorio sono ridondanti: il reggimento può “vivere” con un terzo degli spazi. Se poi è strategico avere tutti i 18 ettari del comprensorio, si finanzi la costruzione di una caserma più piccola, ma sempre nel Comune di Milano. Per quanto precede, ci si rivolge alla Sua Autorità, attraverso la presente “petizione”, che raccoglie e sta raccogliendo numerose firme di sottoscrittori, affinché vengano posti in atto tutti gli strumenti a disposizione del Comune di Milano allo scopo di evitare il trasferimento del reggimento artiglieria a cavallo in altro Comune. Milano non può e non deve rinunciare ad un pezzo della sua storia e della sua sicurezza.Si invita, pertanto, a prendere visione della petizione cliccando qui: http://firmiamo.it/-voloire–l-artiglieria-a-cavallo-resti-a-milano e sottoscriverla.
Principia Bruna Rosco