Colonnello (R.O.) Maurizio Nacher Saltara

Il giorno 13 maggio 2011 è deceduto

IL COLONNELLO (R.O.)
Maurizio Nacher Saltara

di anni 99

Uno degli ultimi protagonisti delle due amlodipine viagra guerre mondiali italiane, Presidente Onorario della Federazione Prov.le di Ancona del “Nastro Azzurro” fra Decorati al Valor Militare, “Grande Invalido” per ferite di guerra e Medaglia d’Argento al Valor Militare.
Per espresso volontà dell’estinto, i familiari ne hanno dato il triste annuncio a funerali avvenuti.

Ancona, 15 Maggio 2011

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Colonnello (R.O.) Maurizio Nacher Saltara

nato in Ancona il 16 maggio 1912

Dopo le scuole medie superiori aveva frequentato l’Università di Lingue Istituto Orientale di Napoli e successivamente la facoltà di

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Psicologia dell’Università di Roma. Nel 1940, abilitato Docente di Cultura Militare per le Scuole Medie Superiori, aveva insegnato al Liceo Classico “Rinaldini” (II e III anno) e nell’Istituto Magistrale Superiore (III e IV anno) di Ancona.

Per 13 anni ha prestato servizio how much is viagra without insurance militare nel Reggimento Artiglieria Celere Emanuele Filiberto di Savoia “Testa di Ferro” (Batterie a Cavallo “Voloire”), nel 93° e nel 225° Reggimento Fanteria, negli “Arditi” e nella 17° Legione cc.nn. d’assalto. Era mutilato di guerra, Grande invalido per ferite in combattimento, pluridecorato, Medaglia d’Argento al Valor Militare. Tornato alla vita civile aveva fatto il dirigente d’azienda (ma negli anni Quaranta, con il fascismo, aveva insegnato cultura militare al Liceo classico e alle Magistrali di Ancona), senza mai dimenticare i suoi trascorsi sui campi di battaglia.

Il 3 marzo 1936 era stato dato per morto nel combattimento dello Scirè avvenuto il giorno prima e i fanti del 225° Reggimento Fanteria della Divisione “Gran Sasso”, schierati, gli avevano addirittura reso gli onori, presentando le armi e gridando “presente” al pronunciare del suo nome.

In realtà era solamente gravemente ferito: ha sofferto anni di ospedale con stoico eroismo (non c’era la morfina), ma i dolori dello spirito, vissuti con profonda dignità (la morte prematura del figlio con tre rampolli bambini e la malattia della figlia) e infine la morte della moglie Valchiria, compagna fedele di tutta una vita (ben 64 anni di matrimonio), non avevano intaccato il suo spirito ironico e il suo sorriso sulle vicende della vita.

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